La scelta di essere odiati
di Alexander Recchia
con questo articolo pubblichiamo il secondo dei contributi extra-redazionali selezionati per il blog e riguardanti l’uscita di marzo “L’Odio”, di FiloSoFarSoGood. Uno splendido articolo che arricchisce la nostra proposta culturale.
L’odio è considerato l’opposto simmetrico dell’amore, tuttavia condivide con esso alcune caratteristiche quali la forte irrazionalità, l’offuscamento almeno parziale del giudizio razionale e un forte dispendio di energie cognitive. Diversi personaggi hanno fatto dell’accettazione dell’odio la loro ragione di vita, ma non hanno inteso questo sentimento come un movente per distruggere i loro oppositori, fossero essi dei singoli individui o l’intera società. Essi hanno scelto la strada dell’odio, o per meglio dire, hanno accettato di essere odiati per una esigenza sociale, che corrispondeva alla loro visione della società ideale. In loro era forte il sentimento morale, volevano un cambiamento nella realtà che li circondava e in cui erano immersi. Non volevano accettare di sprofondarvi e scomparire. Volevano combattere con forza e ardore, rovesciare un sistema e, proprio per tale ragione, hanno scelto di diventare i nemici della società. Questi personaggi possono sembrare così diversi tra loro, ma allo stesso tempo sono accomunati per la scelta deliberata di essere odiati, di rappresentare i nemici della massa. Il primo è Cyrano. Guccini nell’omonima canzone scrive: “Non me ne frega niente se anch’ io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato”. In questa strofa, Cyrano si scaglia contro la società del suo tempo, non risparmiando nessuno. È consapevole che questo suo modo di approcciarsi alla realtà, di attuare una maieutica aggressiva, che non disdegna il duello per dare uno scossone ai suoi contemporanei, lo porterà ad essere solo e perfino odiato. Nonostante ciò non si tira indietro perché sente che il suo compito morale è cambiare una società da lui vista come frenata e corrosa da scopi economici, da falsa informazione, da un mascheramento dell’individuo. Tutto questo ardimento pubblico si trasforma però nella caduta tragica di Cyrano nel suo privato. Si vede infatti la contrapposizione con l’uomo che non riesce a soddisfare il suo sentimento intimo, a soddisfare quella necessità di amore necessario per sopportare l’odio che si è attirato addosso. Quindi scrive, catarticamente, per consolarsi e arrivare al cuore di quella donna, Rossana, oggetto del suo desiderio di essere amato, diventando una sorta di Catullo che nel suo carme 85 dichiara: “Odio ed amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse. / Non lo so, ma sento che succede e mi struggo”. Cyrano individua in lei la figura che può redimerlo dalla rabbia che sente verso la società e che quindi può liberarlo dall’odio.
Un altro personaggio che sceglie di essere odiato è il Batman di Christopher Nolan, il quale in una scena finale de Il Cavaliere Oscuro, dopo che Harvey Dent, corrotto da Joker, si è trasformato da nobile uomo a massima espressione di quella corruzione di cui è intrisa la città di Gotham, dice al commissario Gordon: “O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.” Qui siamo di fronte ad un’altra scelta di accettazione dell’odio da parte di un personaggio che per salvare la propria società ne diviene il bersaglio numero uno. Infatti, Batman ritiene che sia preferibile che Gotham odi lui, piuttosto che sappia che l’uomo che ha creduto fino a quel momento il paladino della moralità, la luce lieve di una salvezza, venga visto nella sua caduta come uomo spregevole e senza scrupoli. Scelta che non lascia indifferente Gordon, portatore di questo segreto. Il Batman de Il Cavaliere Oscuro assume qui tratti machiavellici, citando il capitolo XVII del Principe: “è molto più sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell’uno de’ dua.” Infatti secondo il filosofo italiano, un sovrano temuto riuscirà a tenere sotto maggior controllo la propria società perché susciterà nei sudditi un sentimento di paura. Il sovrano attirerà su di sé l’odio, ma allo stesso tempo fungerà da repellente contro il rischio che il volgo indirizzi i propri appetiti individuali al fine di capovolgere l’ordine dello Stato. Il Cavaliere Oscuro si chiude così con Batman che diventa un “principe oscuro”. Nolan non ci lascia però senza una conclusione riguardo all’evoluzione del suo Batman. Nell’ultimo episodio della trilogia troviamo infatti Bruce Wayne ormai isolato dalla società, che ignora perfino la sua esistenza, vivere in una situazione di disagio fisico e mentale; consumato dall’odio che ha attirato su di sé per salvare la città. Unico legame con la sua umanità resta il fedele maggiordomo Alfred, forse l’unica figura che abbia mai saputo guardare veramente dentro l’anima di Batman. Quando la situazione in Gotham si fa tragica per la comparsa di Bane, Batman è costretto a ritornare sui suoi passi nonostante l’inattività l’abbia indebolito. La città fatica ad accettare il ritorno di colui che ritengono responsabile della propria disfatta, e, solamente alla fine tramite le sue gesta, Batman riuscirà ad emendare la sua figura.
Analizzando questi personaggi si evince che l’odio, anche quando diventa una scelta individuale e volontaria di qualcuno a beneficio di una moltitudine, sia un sentimento che consuma profondamente anche l’animo più nobile e forte. Infatti anche Cyrano e Batman, seppur in maniera diversa, ne vengono consumati anche se non completamente corrotti, tenuti a galla dal sentimento dell’amore. Quindi per quanto questo possa a volte divenire un rimedio necessario, va posta attenzione sulla forza altamente distruttiva che ha per l’uomo. Non c’è odio, quindi, che possa avere una reale positività.
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Alexander Recchia è studente 32enne di filosofia triennale presso l’università di Torino. Ha iniziato il suo percorso filosofico tardi, inizialmente affascinato maggiormente dalla fisica teorica. Appassionato lettore, tra gli autori preferiti cita: Tolkien, Bulgakov, Fitzgerald, King.